Colombo Boxe 1906

 

 

 Via Tacito 39A - 00186 Roma - Tel. 06.6874483 - Tel. 3516402961

 

 


   Gabriele De Santis

 

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Il Presidente: Alvaro Mencacci

 

 

Titolare Maestro Benemerito: Luciano Grillone

 

 

Tecnico Sportivo F.P.I. : Fabio Marras

 


 

 

History

 

 

 

 

Un secolo di vita da celebrare insieme tra ex campioni, foto, filmati, storie inedite e un prezioso regalo: il "Libro del Centenario" di Marco Impiglia. 

 

 

Cento anni di intensa attività. Dal 14 marzo del 1906 al 14 marzo del 2006; dal Cavaliere Mario Saraceni al Dott. Alvaro Mencacci; da personaggi prestigiosi a campioni della storia del pugilato italiano. La tradizione di un glorioso passato si lega allo spirito innovativo del presente. E passano ben 100 anni... 

A spegnere le candeline del Centenario della S.S. Cristoforo Colombo di Roma sarà proprio il Presidente Mencacci, alla presenza dell'intera famiglia colombina. Prima, però, il ricco pomeriggio di festeggiamenti tra filmati, foto storiche, cimeli e racconti in prima persona dei personaggi che hanno contribuito al prestigio della rinomata palestra romana.

A mantenere vivo il ricordo, sarà il regalo di Mencacci: il "Libro del Centenario", un resoconto dettagliato della storia della società con immagini tratte dall'archivio del Comitato Regionale Laziale, opera dello scrittore e giornalista Marco Impiglia, membro fondatore della Società Italiana della Storia dello Sport.

Alla Cerimonia interverranno: il Presidente della FPI Franco Falcinelli, il Presidente della XVII Circoscrizione Roberto Vernarelli, il Vice Presidente della FPI Antonio Del Greco, il Segretario Generale della FPI Riccardo De Girolami, il Presidente della S.S. Cristoforo Colombo Alvaro Mencacci e il Dott. Marco Impiglia, autore del libro.

A testimonianza del grande impegno sportivo della S.S. Cristoforo Colombo, il saluto di molti degli ex campioni del pugilato italiano, prima del ricco buffet e del brindisi finale in onore della centenaria boxe colombina. 

 

 

LA STORIA 

Il tempo dei pionieri (1906-1918)

 

La Società Sportiva “Cristoforo Colombo” di Roma nasce il 14 marzo 1906 in via Angelo Brunetti al civico 39, a due passi dal Corso. Nella documentazione sopravvissuta alle vicissitudini del tempo, esiste il foglio di registro originale relativo all’atto di costituzione. Il fondatore, MARIO SARACENI, scrive in bella calligrafia:  

Alle ore 8 pom. i suddetti riuniti in un locale terreno posto in via Angelo Brunetti n. 39 preso in affitto al prezzo di L. 12 mensili, sprovvisto di tutto, al lume di una candela e seduti sopra una scala a pioli, deliberano di fondare una società sportiva. Incomincia la discussione dal nome da dare alla Società. Venti propone di denominarla The Young Sport. Saraceni fa osservare che non conviene a noi Italiani dare a questa un nome straniero, ed allora lo stesso Venti propone di chiamarla Società Sportiva Cristoforo Colombo, nome accolto da tutti con entusiasmo perché ricorda il Grande Navigatore gloria Italiana. Si stabilisce la quota mensile in l lira  e si propone che in una prossima adunanza si presenti uno schema di statuto. I suddetti sono dichiarati di fatto unici Soci Fondatori non consentendosi a nessun altro, per qualsiasi ragione, detto Titolo. Si addiviene alla formazione del Consiglio Direttivo che per elezione viene composto come segue: 

 

                       Presidente -  Saraceni Mario

                       Segretario -  Venti Uberto

                       Cassiere   -   Pasini Ulderico

                       Consiglieri -  Rauli Armando 

                                           Romanelli Gioacchino

                                           Zeri Giovanni

 

Nei suoi primi anni di vita la Colombo, i cui colori sociali sono il bianco e l’azzurro, si esercita nel podismo, nel ciclismo e nel nuoto, cioè nelle discipline più popolari a Roma durante la Belle époque. Il successo arride soprattutto con i podisti. Già nell’ottobre del 1906 ANGELO COCCIA vince a Milano il campionato italiano di corsa 25 km, portando in bacheca il primo di una centenaria serie di allori tricolori. Due anni dopo UMBERTO BLASI partecipa alla maratona olimpica di Londra, in quella stessa gara che vede sfortunato protagonista Dorando Pietri.  Vincono campionati italiani podistici anche PERICLE PAGLIANI e ORLANDO CESARONI; quest’ultimo, a piedi scalzi, si aggiudica nel 1911 la prima maratona mai disputata a Roma.

Per il ciclismo, la Colombo indice per vari anni la corsa Vessillo Nazionale, da Roma a Civitavecchia. Conquista diplomi di merito nella Traversata a nuoto di Roma. Nel 1914 organizza i primi campionati romani di pugilato, mandando un suo pugile, EDOARDO PIACENTINI, ai Tricolori del 1915, che si svolgono a Sanremo.   

 

 

Sogni olimpici (1919-1944)

 

La Grande Guerra interrompe il corso magnifico della Colombo. Che dona il sacrificio di dodici suoi atleti per la liberazione dei territori irredenti. La ripresa avviene dalla nuova sede di via Tacito 39, negli ampi scantinati della scuola elementare “Umberto I”. E’ un momento di impetuosa ascesa per il pugilato. Un pugile biancazzurro, LIVIO FRANCESCHINI, si aggiudica il titolo italiano dilettanti dei piuma nel 1923. L’anno dopo, lo stesso Franceschini e tre suoi consoci – ORLANDO SILI, GIUSEPPE COLACICCO e ARMANDO RICCIARDI – partecipano ai Giochi Olimpici di Parigi. Le vittorie tricolori proseguono coi pugili VINCENZO ROCCHI e FAUSTO MONTEFIORE; quest’ultimo prende parte alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928.

Mentre questi successi hanno fatto diventare la palestra di via Tacito una fucina di pugilatori, un’altra disciplina, del tutto sconosciuta in Italia, ha fatto la sua comparsa: il “jiu-jitsu”, cioè l’attuale judo. Il presidente della Colombo, GIACINTO PUGLISI,  costituisce nel 1924 la prima Federazione.

Vari atleti colombiani si aggiudicano titoli assoluti in serie. In questo periodo, fino almeno alla metà degli anni ’30, la Colombo si impegna in molte altre discipline,  arrivando a contare circa mille tesserati. Nella scherma può vantare un altro partecipante alle Olimpiadi: GIORGIO PESSINA.

Una crisi economica e di uomini viene superata nel 1939, allorché la Colombo assorbe il GS “Prati” e cambia gli smalti dal biancazzurro al rosso cremisi e oro. I pugili “giallorossi” conquistano la Coppa “Costanzo Ciano”. Si affermano ai campionati italiani 1940, col mediomassimo CORRADO CORNAGO. Frequenta la palestra un campione come ENRICO URBNATI.    

 

 

Campioni d’Italia (1945-1961)

 

Nel dopoguerra, la boxe ha una ripresa di popolarità e le palestre romane si moltiplicano come funghi. La Colombo, decana in città della “nobile arte” insieme all’Audace di via Frangipane, si rimette in pista sotto le cure dapprima di NATALE REA,  e poi di ANGELO SORGE, CARLO REPETTO e ARMANDO MARI. L’inaugurazione della presidenza dell’ing. CORRADO FESTA coincide col trionfo nel campionato nazionale a squadre 1953-54.  Agli Assoluti di Grosseto del 1954 tre pugili giallorossi si cingono della fascia tricolore: PIERO FRESCHI, ALVARO STRINA e GIACOMO BOZZANO. La Colombo è ancora una volta proclamata la migliore società pugilistica d’Italia. 

Sia la Marina Militare che le Fiamme Oro hanno modo di tenere in allenamento i loro atleti  in via Tacito. Salvatore Burruni e Franco Zurlo portano altri titoli negli anni successivi. Anni in cui opera una forte colonia di professionisti gestita da Sorge. Citiamo, tra i tanti, i campioni d’Italia OTELLO BELARDINELLI, LUIGI MALE’, i fratelli SERGIO e UGO MILAN, FEDERICO SCARPONI, DOMENICO TIBERIA Grazie ai buoni uffici di match-maker quali Felice Zappulla e Rino Tommasi, la palestra della Colombo vede allenarsi Tiberio Mitri e validi “colored” americani, compreso un campione del mondo: Davey Moore. La morte improvvisa di Angelo Sorge pone fine all’era dei pugili professionisti.

 

 

Una stella tutta d’oro (1961-2006)

 

Negli anni ’60 la sezione agonistica viene gestita dai maestri ULISSE BARBONI, ROMOLO DI STEFANO e GABRIELE DE SANTIS. Il movimento dei dilettanti è ancora notevole e produce elementi capaci di vincere titoli italiani a livello juniores  ma non tra i seniores. Per un certo periodo, anche i “culturisti” fanno la loro apparizione in palestra. La crisi di vocazioni del pugilato succeduta al “Sessantotto”,  pone la Colombo davanti allo spettro della chiusura; nonostante la Società fosse stata insignita dal C.O.N.I. della Medaglia d’Oro al Merito Sportivo. La salva il presidente della Federazione Pugilistica, FRANCO EVANGELISTI, che chiama alla guida del sodalizio il dott. ALVARO MENCACCI. La Colombo sostiene quasi da sola, nei primi anni ’70, il movimento agonistico dilettantistico cittadino, organizzando riunioni su riunioni al Palazzo dello Sport di viale Tiziano. E’ il tradizionale “venerdì del pugilato”, nel quale le porte del “Palazzetto” si aprono ai “puri” e ai “professionisti” del ring. 

Con l’arrivo del prof. ENRICO MICCINI, alla metà degli anni ’80 la palestra acquisisce linfa vitale grazie agli studenti, coinvolti dal grandioso programma iniziato con i Giochi della Gioventù. Miccini si fa artefice dell’introduzione di tecniche scientifiche che svecchiano la scuola tradizionale d’insegnamento del pugilato. La formazione di un gruppo bene organizzato di “amatori” (pugili non agonisti) aiuta la palestra nella sua conduzione economica. Tra la fine degli anni ’80 e la metà degli anni ’90 frequentano la scuola degli istruttori Piccini e de Santis anche due professionisti: i fratelli SANTO e MAURIZIO COLOMBO, entrambi destinati a vincere titoli italiani.

Nell’ultimo decennio, il presidente Alvaro Mencacci ha cercato in tutte le maniere di tenere in vita la palestra e il movimento agonistico, dando il là a manifestazioni come la “Pasqua del Pugilato” e il “Natale del Pugilato”, ospitate al Palatiziano. Con l’aiuto del maestro ed ex atleta della Colombo LUCIANO GRILLONE, è uscito un valido elemento nel peso massimo GIANLUCA CIMA, semifinalista agli Assoluti del 2005.

 

Marco Impiglia

Autore del libro